Mafie e agromafie: come la criminalità organizzata ha messo le mani sui nostri campi

Valorizzare la cultura della Legalità, della Lotta alla Mafia e diffondere il messaggio del rispetto per le Istituzioni e per le regole sociali, in particolar modo nei giovani. Nasce con questo spirito e con questi obiettivi AUT AUT –  Festival regionale contro le mafie che si svolge nel comune di Valsamoggia (BO), nei comuni dell’Unione Terre di Castelli e di Castelfranco (MO).
Quest'anno il Festival apre la sua VI edizione con un evento organizzato insieme a Terra Nuova, Solidarietà Impegno, Oltremare e la Fondazione Rocca dei Bentivoglio dal titolo "Mafie e agromafie: come la criminalità organizzata ha messo le mani sui nostri campi". Il 20 febbraio, alle 20.30, prezzo la Rocca dei Bentivoglio a Bazzano, Valsamoggia (BO), saranno due gli autori che racconteranno, attraverso i loro libri, il fenomeno mafioso e i suoi tentacoli sull'agricoltura, fino ad alimentare lo sfruttamento dei braccianti migranti: Marco Omizzolo, sociologo e presidente di InMigrazione e di Tempi Moderni, presenterà "La Quinta Mafia", mentre Leonardo Palmisano, sociologo e scrittore, parlerà di "Ghetto Italia", scritto a quattro mani con Yvan Sagnet.

Qui l'evento Facebook.

Ne "La Quinta Mafia", Omizzolo ripercorre, con un'attenta analisi dei fatti e delle testimonianze, l'escalation della criminalità organizzata dagli anni Ottanta in poi nel sud pontino, quel territorio quasi ibrido, tra Roma e Napoli, dove moltissimi mafiosi, camorristi e 'ndranghetisti andavano in soggiorno obbligato o per affari legati al traffico di droga. La provincia di Latina, molto meno nota rispetto ad altre zone del Meridione per il fenomeno mafioso, viene invece raccontata dal sociologo e ricercatore con tutti i suoi traffici, legàmi, "intrallazzi", che portano a definire quel connubio criminale come "quinta mafia". Un fenomeno, poi, intrinsecamente legato anche al mondo agricolo, fonte primaria di reddito nel basso Lazio: esempio lampante è il Mercato Ortofrutticolo di Fondi, dove più volte sono stati scovati traffici illeciti di sostanze stupefacenti.

E di agromafie parla anche Leonardo Palmisano, co-autore di "Ghetto Italia": un viaggio lungo la penisola italica, nei luoghi in cui i migranti vengono sfruttati proprio per il loro lavoro di bracciantato nei campi. Partendo dalla Puglia e passando per la Basilicata, la Calabria, la Sicilia, la Campania, il Lazio, la Lombardia e il Piemonte, Palmisano incontra uomini e donne che vivono in vere e proprie baraccopoli, in ghetti, privati di servizi essenziali per vivere dignitosamente e costretti a pagare per ogni cosa, ed a lavorare troppe ore al giorno, spesso in condizioni di schiavitù. Il tutto supervisionato e gestito da una rete di caporali, italiani e/o stranieri, che gestiscono questo mercato di vite umane e guadagnano sulla loro fatica.

L'analisi che si vuole affrontare nell'incontro del 20 febbraio non è quindi solo una mera presentazione di questi due libri, di queste due accurate ricerche sui tentacoli che la piovra ha messo sull'agricoltura italiana, ma un momento di riflessione comune, di conoscenza e di approndimento, in un territorio, quello emiliano-romagnolo, dove, fino a poco tempo, si pensava che le diverse mafie non potessero mai arrivare e dove invece, proprio lì tra la via Emilia e il West, si sono ben radicate.