#MarciaNoCaporalato: l'appello per una marcia nazionale contro la mafia del caporalato

29 marzo 2017 - Terra Nuova aderisce ed invita ad aderire alla marcia contro il caporalato che si svolgerà il 17 aprile alle ore 11 a Borgo Mezzanone (FG), organizzata da Marco Omizzolo, Leonardo Palmisano, Giulio Cavalli e Stefano Catone, in collaborazione con la rivista Left, che ospita l'appello che riportiamo qui di seguito.
Ricordiamo inoltre che il 17 aprile è una data particolarmente rilevande per il mondo contadino: nel 1996 infatti, La Via Campesina ha scelto questo giorno per lanciare la Giornata Internazionale delle Lotte Contadine, in commemorazione dell'uccisione da parte della polizia di 19 contadini brasiliani del Movimento Sem Terra mobilitati per ottenere la terra.
Dopo 20 anni, la lotta contadina continua, e si lega inesorabilmente alle lotte dei braccianti, per chiedere un'agricoltura che rispetti non solo la terra, ma anche e soprattutto chi la coltiva!
Qui è possibile firmare la petizione per chiedere all’Unione Europea ed ai suoi Stati Membri di partecipare attivamente all’elaborazione di una “Dichiarazione delle Nazioni Unite per i Diritti dei Contadini e di altri Lavoratori nelle Aree Rurali”.

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Anche quest’inverno nei ghetti della Capitanata ci sono stati morti tra i braccianti. Tre uomini avvolti dalle fiamme dolose dei roghi, uccisi da una ferocia criminale che viola costantemente i diritti umani schiavizzando migliaia di lavoratori. Il sistema dei ghetti è diventato strutturale, favorito dall’intreccio tra caporalato, mafie del foggiano e imprese agricole conniventi e corresponsabili. Questo intreccio infernale arricchisce il sistema d’impresa immiserendo i lavoratori, riducendoli a merce socialmente esclusa dai centri urbani e costretta a sopravvivere nella povertà e nell’indigenza, nella sporcizia e nella malattia. Per contrastare questo fenomeno non servono gli sgomberi, ma contratti certi e dispositivi di accoglienza che rimettano al centro i diritti umani e la legalità, che si sviluppino dentro i centri abitati della Capitanata, nei luoghi della democrazia e della socialità. I braccianti sono esseri umani, non bestie da soma. Sono lavoratori che producono ricchezza, non criminali. Sono uomini e donne liberi, non schiavi.

Per contrastare questa mafia chiediamo

il ritorno alla centralità del collocamento pubblico; una procura nazionale anticaporalato; una procura antimafia a Foggia; l’aumento del numero degli ispettori del lavoro; una legge che consenta di creare anche in agricoltura cooperative di produzione lavoro; un sistema di accoglienza diffuso nei centri urbani che coinvolga direttamente le comunità; la traduzione in lingue straniere della legge contro il caporalato;  l’abolizione del reato di clandestinità; il superamento della Bossi-Fini, prevedendo strumenti di ingresso per la ricerca di lavoro e modalità di regolarizzazione attraverso il lavoro; meccanismi che permettano alle vittime di sfruttamento di avere accesso rapido a indennizzi, risarcimenti e retribuzioni arretrate; misure che rendano estremamente trasparente la filiera produttiva, a partire da un’etichettatura che tracci i singoli fornitori; progetti di assistenza e formazione a livello nazionale e regionale qualificati a sostegno dei percorsi di emancipazione dei lavoratori e delle lavoratrici; politiche di welfare a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto se costrette a subire oltre allo sfruttamento anche violenze fisiche, sessuali e ricatti di varia natura.

Chiediamo quindi a tutte le forze associative, sindacali, politiche, laiche e religiose, di organizzare insieme a noi una Marcia nazionale contro la mafia del caporalato il 17 aprile.

Per comunicare la tua adesione personale o quella di un gruppo o persona giuridica alla #MarciaNoCaporalato invia un’email a marcianocaporalato@left.it