Hands on the land: tenere le nostre mani sulla terra per difendere la sovranità alimentare e la giustizia climatica

​15 settembre 2016 - ​Da Nord a Sud, le comunità che storicamente hanno mantenuto il controllo sui propri territori, stanno vedendo minacciati, limitati e distrutti ad un ritmo velocissimo l’accesso e il controllo sul cibo, la terra, l’acqua e i semi. Nel tempo, e soprattutto negli ultimi anni, le multinazionali e l'agro-industria hanno saccheggiato queste comunità: "Le nostre terre sono nelle loro mani" afferma María Costas del Movimento dei Piccoli Agricoltori– La Via Campesina (Brasile).
La principale sfida che piccoli agricoltori, pescatori, allevatori, devono fronteggiare oggigiorno è proprio sul controllo delle risorse naturali: acqua, terra, semi. Secondo Ramona Dominicioiu (EcoRuralis), "Nel sistema alimentare attuale le decisioni non vengono prese da chi è realmente coinvolto, come i contadini, i pescatori […] che lavorano direttamente con le mani nella terra… ma vengono prese da persone che stanno sedute negli uffici, sono lontanissimi dalla realtà della terra, e non la capiscono".

Per questo, la campagna Hands on the Land for Food Sovereignty vuole mettere in relazione le lotte per la terra e per la sovranità alimentare tra il Sud e il Nord del mondo, agisce per dare forza e visibilità alle voci dei produttori cibo di piccola scala, sulle questioni legate al controllo della terra, delle zone di pesca, delle sementi e della produzione di cibo.

Queste questioni includono anche le false soluzioni che vengono presentate contro il cambiamento climatico, e quelle reali, promosse invece proprio dai produttori alimentari di piccola scala. "La sovranità alimentare che si basa sull’agricoltura contadina è una soluzione reale per raffreddare il pianeta, l’agroecologia è lo strumento per prendersene cura, riportando l’attenzione sulle relazioni sociali e producendo cibo sano." dice Paola Gioia di Arbeitsgemeinschaft bäuerliche Landwirtschaft (Germania), piattaforma aderente a Via Campesina Europa. 

Unire le voci, le lotte, i diritti, per fermare la mano più che visibile dell'agro-industria, delle lobby che in nome del dio profitto accaparrano, devastano e distruggono. Tornare a dare la terra nelle mani di chi la lavora, insieme, verso la sovranità alimentare.