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Quali problemi affronta la popolazione?

I paesi centroamericani riconoscono i diritti umani di tutte le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere. Negli ultimi anni si sono registrati progressi diversi progressi in tal senso. Per esempio, sono state create agenzie statali finalizzate alla salvaguardia dei diritti di della popolazione LGBTI.

In El Salvador e in Nicaragua sono state approvate politiche di antidiscriminazione nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni sanitarie. Gli articoli del codice penale dell'Honduras sono stati modificati per stabilire che "costituisce una circostanza aggravante del crimine commetterlo con odio o disprezzo in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere”. Le persone trans del Guatemala possono mettere il nome scelto nel documento d'identità e accedere a un'assistenza sanitaria completa che include servizi di terapia ormonale per eseguire il cambiamento di sesso. Il Costa Rica ha adottato misure per combattere la discriminazione nei confronti delle persone LBGTI.

Nonostante questi progressi, la situazione delle persone LBGTI non ha fatto progressi reali in termini di accesso ai diritti, mentre rimane una situazione di violenze e discriminazioni diffuse, che rende la regione una delle più ineguali e violente del mondo e con uno dei tassi di impunità più alti.

Secondo la Commissione interamericana per i diritti umani, “la violenza dovuta a pregiudizi è un fenomeno sociale, diretto contro specifici gruppi sociali, come le persone LGBTI, che ha un impatto simbolico e invia un messaggio di terrore a tutta la comunità LGBTI.

Lo studio "Ricerca regionale", condotto nel 2016 nell'ambito del progetto “Different Central America: Human Rights for LBGTI, Rights Human for all ”(anch'esso portato avanti da Terra Nuova, insieme ad altri partner), indica che le principali violazioni dei diritti umani delle persone LBGTI sono dati nei settori dei seguenti diritti: diritto alla vita, accesso alla giustizia, salute, istruzione e lavoro.

Un violenza che si estende anche agli Human Rights Defenders (HRDs) che si battono in difesa della popolazione LGBTI. Molti HDRs, non a caso, sono costretti a spostarsi in altre zone del paese più sicure oppure in altri paesi. Da anni HDRs dell'Honduras, El Salvador e Guatemala, si stanno trasferendo per preservare la loro vita

Cosa fa Terra Nuova?

Terra Nuova, insieme ai suoi partner, vuole rafforzare la capacità istituzionale dei gruppi e delle organizzazioni LGBTI e migliorare l'efficienza delle istituzioni pubbliche sulle questioni di genere.

Ci siamo posti l'obiettivo, con il progetto "Applicazione di un Approccio Basato sui Diritti con le organizzazioni LGBTI di cinque paesi dell'America Centrale" (si svolgerà in Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua), di aumentare la  partecipazione della società civile, in modo da provocare un crescente esercizio di cittadinanza, dal quale deriverà un impatto sulla società nel suo insieme, portandola a modificare percezioni, mentalità, comportamenti e norme sociali.

Vogliamo migliorare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei paesi centroamericani in relazione alle persone con orientamento sessuale o identità di genere diversi dalla maggioranza eterosessuale, che sono fortemente minacciate e discriminate.

Sosterremo gli HRDs che lavorano per la popolazione LGBTI e delle loro organizzazioni che si battono nelle aree dell'America Centrale dove sono  maggiori i rischi di violenze e discriminazioni.

Alcune delle attività saranno quindi: formazione a diversi livelli; eventi pubblici e incontri bilaterali con enti statali; ricerche e pubblicazionicampagne mirate (rivolte, ad esempio, agli operatori del settore sanitario); campagne d'informazione rivolte alla società civile.

Ci rivolgeremo alla popolazione LGBTI dei 5 paesi (circa 4.300.000 persone, che rappresentano il 10% della popolazione - dati OMS).

Coopereremo con 750 HDRs delle persone LBGTI e con 73 organizzazioni e gruppi LBGTI (circa 3.000 persone) che compongono i coordinamenti nazionali.

Destinatari delle attività del progetto saranno anche 500 comunicatori, funzionari e tecnici delle istituzioni pubbliche, garanti dei diritti (compresi coloro che lavorano nei settori pubblici della giustizia, salute, istruzione e lavoro).

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