8 agosto, Kenya al voto tra tensioni e divisioni

Fra pochi giorni, in Kenya, il popolo verrà chiamato ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. La tensione è alta, il Paese fortemente diviso, soprattutto in un momento affatto semplice come quello attuale.

5 agosto 2017 - Martedì 8 agosto si svolgeranno le operazioni di voto nelle quali più di 20 milioni di keniani eleggeranno il Presidente della Repubblica tra otto diversi candidati, nonché i parlamentari e i governatori delle 47 contee in cui è suddiviso il Paese.

Ma la sfida vera, in una partita che ha in gioco gli equilibri del potere politico in uno dei Paesi più rilevanti del continente africano (il settimo più popolato),  è tra il presidente uscente Uhuru Kenyatta che già vinse con il 50,51% al primo turno le elezioni nel 2013, e il suo rivale Raila Odinga, capo della coalizione delle opposizioni. Una specie di deja vue, anche se l’apparenza inganna e il Paese non è lo stesso. 

La tensione è alta, a pochi giorni dal voto, ed i sondaggi presentano ancora un Kenya profondamente diviso e indeciso, con margini stretti di vittoria per uno o l’altro dei due candidati e con una “etnicizzazione del voto e politicizzazione dell’etnia” che non giova alla costruzione di una società unita e che possa affrontare le tre principali sfide del Paese: sviluppo economico equo e con redistribuzione (anche geografica),  contrasto al terrorismo e alla destabilizzazione portata dagli Shabaab somali all’interno del Kenya dopo la partecipazione dell’esercito al contenimento delle milizie islamiste che marciavano su Mogadiscio, e siccità/carestia che sta decimando le mandrie di bestiame e cammelli che sono il patrimonio economico di gran parte della popolazione della regione.