Cotone OGM: Scacco matto alla Monsanto in Burkina Faso

4 febbraio 2016 - Il cotone transgenico Bt avrebbe dovuto garantire una resa superiore al 30% rispetto al cotone tradizionale. La sua resistenza agli insetti ne avrebbe dovuto fare un super-cotone degno di un fumetto della Marvel. Ma non è andata così, non certamente in Burkina Faso dove i produttori di cotone hanno definito un calendario che dovrebbe consentire loro, entro il 2018, di disfarsi del super cotone a beneficio di quello tradizionale, di maggiore qualità e per questo più richiesto dal mercato. Non solo, il mantra della Monsanto "l’equivalenza nella sostanza”, qui, pare essere caduto con conseguenze che potrebbero essere disastrose per le colture OGM, in tutta l’Africa. Lo sostiene uno studio condotto dai professori Brian Dowd-Uribe, professore al Dipartimento di studi internazionali dell’Università  di San Francisco e Matthew A. Schnurr, professore presso il Dipartimento di studi internazionali sullo sviluppo dell’Università di Dalhousiee.

La siccità prolungata e le avverse condizioni climatiche hanno reso la piantina venduta dalla Monsanto improduttiva rispetto a quella tradizionale che, soprattutto, ha prodotto una fibra ben più corta. Un aspetto niente affatto trascurabile perché è proprio questo a determinare la maggiore o minore qualità del cotone prodotto. Di colpo, il cotone burkinabè, considerato "d'eccellenza", è diventato anonimo, tanto da far crollare le richieste del materiale all’estero e in patria. Quel che è peggio, poi, è che il cotone Bt, diversamente da quello tradizionale, non è riuscito ad adattarsi alle specifiche condizioni ambientali e climatiche tipiche dell’Africa Occidentale.

Dal 2009, anno in cui il prodotto è stato commercializzato per la prima volta, i produttori hanno lamentato una riduzione della lunghezza e del tasso delle fibre. Il problema della qualità, poi, ha perdurato anche negli anni successivi. Tanto che, nella stagione 2014-15  oltre i due terzi della produzione nazionale è stato classificato “di qualità inferiore”. Ben al di sotto dei livelli del 42% in media ottenuto dalle coltivazioni non OGM. La riduzione della lunghezza della fibra ha fatto crollare il valore del cotone burkinabè sui mercati internazionali, rovinandone la reputazione e compromettendo la posizione economica delle compagnie cotoniere locali.

“L’esperienza del Burkina Faso - sottolinea il rapporto - mostra chiaramente che se ci si focalizza sulla resa si perdono di vista fattori essenziali per il successo di una pianta. Ma non è solo questo il problema del cotone OGM. Le analisi e le evidenze dimostrano infatti che i geni introdotti influenzano altri geni che apparentemente non sembrano essere tra loro legati. In teoria, secondo Monsanto, l’introduzione del tratto Bt nel genoma della pianta avrebbe dovuto mantenerne inalterate le caratteristiche, al di là della maggiore resistenza agli insetti. In realtà, le cose sono andate in maniera sensibilmente diversa, interferendo proprio con alcune delle peculiarità più rilevanti come la resistenza alla siccità e la lunghezza della fibra. 

La Monsanto ha tentato inutilmente di trovare una soluzione e, ora, finalmente, le compagnie di cotone burkinabè hanno deciso di riprendere la situazione in mano. "Frustrati dall’incapacità della Monsanto di porre rimedio alla riduzione della qualità del prodotto, le compagnie cotoniere hanno stabilito un calendario per abbandonare il cotone BT tornando a quello tradizionale” , spiegano i due professori nel rapporto. 

Più in dettaglio, nella stagione 2015/16 in corso, la quantità di semi OGM commercializzati verrà ridotta del 53%, poi del 73% fino alla sua completa dismissione, si spera, entro il 2018. Inoltre, le compagnie di cotone burkinabè intendono chiedere alla multinazionale dei semi 280 milioni di dollari per i danni procurati.

Brian Dowd-Uribe e Matthew A. Schnurr, infine, sostengono che l’abbandono da parte del Burkina Faso del cotone OGM potrebbe indurre un importante effetto domino in altri paesi africani dove sono attualmente in corso negoziati per adottare la stessa tipologia di cotone, aggiungendo che sul Continente potrebbe diffondersi una generale avversione per i semi OGM in generale . E sarebbe uno scacco alla multinazionale più controversa del pianeta davvero difficile da mettere a tacere. 

Foto |Flickr@Vardeman