Egitto: Torture e sparizioni forzate contro il dissenso

15 luglio 2016 - 3 o 4 sparizioni forzate al giorno. 12 mila nel 2015. E’ questa la media in Egitto, a due passi da qui. E’ quanto dichiara Amnesty International a mezzo del suo ultimo rapporto “Egitto: 'Tu ufficialmente non esisti', reso pubblico lo scorso mercoledì 13 luglio.

Al centro della spirale di efferatezza in cui è piombato il Paese, l’ONG mette l’Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) per la quale l’impiego della tortura, del rapimento e delle sparizioni forzate non sono che armi per mettere a tacere il dissenso.

“Esiste una collusione tra forze giudiziarie e di polizia, denuncia Philip Luther, direttore di Amnesty Internazional per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, “disposte anche a mentire pur di coprire l’uso della tortura. La lotta al terrorismo – aggiunge - non è che un pretesto per prelevare, interrogare e torturare le persone che contestano la politica delle autorità”.

Chiunque mostri un atteggiamento critico nei confronti de regime, secondo l’associazione per i diritti umani, sarebbe a rischio. Non importa se uomo, donna o minore.

I 17 casi documentati di persone detenute illegalmente, infatti, confermano anche la presenza di 5 ragazzi con meno di 18 anni. Tutti sono stati tagliati fuori dal mondo per un periodo di tempo compreso tra pochi giorni o 7 mesi. Un prima e un dopo in cui in mezzo ci sono le torture subite per estorcere confessioni da usare nei processi, l’impossibilità di avere contatti con il proprio avvocato o i propri familiari e persino mani legate e occhi bendati per tutto il tempo della detenzione.

Mazen Mohamed Abdallah, vittima di violenze molti gravi, ha solo 14 anni, così come Aseer Mohamed. Sono stati picchiati col bastone, hanno ricevuto scosse elettriche su tutto il corpo e sono stati tenuti sospesi per le braccia e le gambe. Pratiche da Inquisizione.

Nel rapporto, Amnesty dà spazio anche all’orribile morte subita da Giulio Regeni: « La sua sparizione forzata ha attratto l'attenzione dei mezzi d'informazione di ogni parte del mondo. Le autorità egiziane si ostinano a negare qualsiasi coinvolgimento nella sua sparizione e uccisione, ma Amnesty International rivela le similitudini tra i segni di tortura sul suo corpo e quelli sugli egiziani morti in custodia dello stato. Ciò lascia supporre che la sua morte sia stata solo la punta dell'iceberg e che possa far parte di una più ampia serie di sparizioni forzate ad opera dell'Nsa e di altri servizi d'intelligence in tutto il Paese", ha affermato l’ONG.

“E’ quanto mai necessario - ha ribadito Philip Luther - che gli Stati, e in particolare quelli dell’UE e gli USA usino la loro influenza per fare pressione sull’Egitto e per mettere fine a queste violazioni”.

Un’idea condivisa, alla base anche della recente campagna promossa dell’AOI “Per un ruolo diverso dell’Italia su diritti umani e democrazia in Egitto”.