Elezioni con il fiato sospeso in Ecuador

21 febbraio 2017 - E' tempo di elezioni in Ecuador. Il candidato alla presidenza della repubblica per il partito di governo Alianza PAIS  (presentandosi in  coalizione insieme al Partido Socialista Ecuatoriano, al Partido Comunista Ecuatoriano e altre forze regionali), Lenín Moreno, avrebbe ottenuto il 39,07% dei voti validi nelle elezioni svoltesi domenica 19 febbraio, collocandosi come il più votato. A seguire, verrebbero l’imprenditore Guillermo Lasso (della coalizione Alianza para el  Cambio CREO-SUMA) con il 28,29% dei voti e Cynthia Viteri (PSC, Partido Social Cristiano) con il 16%. Distanziato si collocherebbe Paco Moncayo, della coalizione di forze progressiste Acuerdo nacional para el cambio (con il Movimiento Pachakutik, Izquierda Democrática e il Movimiento de Unidad Popular) con il 6,79% dei consensi. Altri quattro coalizioni con candidati presidenziali, avrebbero ottenuto ciascuna meno del cinque per cento.

Questi i dati che si avvicinano al risultato finale, poiché sono già all’87% di schede scrutinate. Ma resta l’attesa con il fiato sospeso poiché qualora il candidato di Rafael Correa (presidente della repubblica uscente), ottenesse un punto percentuale di voti in più, si potrebbe proclamare già ora vincitore delle elezioni e prossimo presidente. Infatti la legge elettorale del Paese prevede che una proposta presidenziale per vincere al primo turno deve ottenere il 50% dei voti o almeno una distanza del 10% dal candidato successivo.

E’ molto più probabile invece, a meno di un colpo di scena, il ritorno alle urne per il ballottaggio il 2 aprile, con la competizione tra Lenín Moreno e Guillermo Lasso, sul quale la candidata Cynthia Viteri e pressoché tutti gli altri candidati di opposizione –meno Paco Moncayo-  ha già in queste ore detto che farà convergere i suoi voti. Un secondo turno molto sul filo del rasoio, dunque, per capire se vi sarà una continuità del progetto “socialismo del XXI secolo” di Correa o una cesura dopo dieci anni ininterrotti di presidenza di quest’ultimo. Al momento il Consiglio elettorale ha dichiarato che si richiedono tre giorni per il conteggio preciso dei voti, e quindi per ‘sciogliere’ la questione del secondo turno o no. La tensione sale, poiché l’opposizione teme che questo periodo permetta la manomissione di dati.

In questa tornata elettorale si eleggevano anche i deputati membri della Asamblea Nacional (il parlamento) e i cinque rappresentanti ecuadoriani al Parlamento Andino. E’ già nota la composizione del nuovo parlamento ecuadoriano uscito dalle elezioni di domenica: sarà dominato dal partito Alianza PAIS con 56 deputati, 29 della coalizione di Lasso e 14 del Partido Social Cristiano; nove scranni vanno al Acuerdo nacional para el cambio, due al PSP (Partido Sociedad Patriótica 21 de enero) e sei a forze regionali. Questo significa che se vi sarà (al primo turno o al secondo) una affermazione di Lenín Moreno, il governo avrebbe una maggioranza parlamentare e potrebbe proseguire una gestione molto determinata (e l‘opposizione accusa: autoritaria) del potere, mentre se vi fosse un ballottaggio vinto dalle opposizioni coalizzate sulla figura dell’ex-banchiere Lasso, il governo da questi nominato non avrebbe vita facile in quanto costretto in Parlamento a votazioni sempre molto risicate: potrebbe raggiungere ‘la metà più uno dei voti’ dei deputati (cioè il numero di 59) solo facendo appello a tutte le composite presenze parlamentari.

 

Foto | @Fernanda Andrade via Flickr