Europa e Africa devono transitare dall'agroindustria all'agroecologia

Sono alcune delle parole pronunciate da Aurélien Alain Godefroy Ayi Lakoussan, rappresentante del Réseaux de Organisations Paysannes et de Producteurs Agricoles de l’Afrique del Ouest (ROPPA), una delle principali organizzazioni contadine africane, arrivato a Roma per partecipare al seminario "Società civile e istituzioni per la transizione in Africa Occidentale ed Europa",

L'evento si è tenuto ieri, martedì 14 maggio, presso la sede Engim in via degli Etruschi 7, nel quartiere romano di San Lorenzo. Numerosa la partecipazione all'incontro, che aveva lo scopo di trovare dei terreni di incontro tra le istituzioni e le associazioni della società civile italiane/europee e africane. Obiettivo principale è stato la condivisione delle sfide e delle opportunità che la transizione agroecologica pone in Africa e in Europa.

«Agroecologia - ha affermato Lakoussan - deve indicare la valorizzazione delle nostre identità culturali e dei nostri saperi, della biodiversità alimentare e della nostra autonomia». Si tratta di una sfida che impatta su diversi aspetti, tra cui il fenomeno migratorio. Come ha spiegato ancora Lakoussan: "L'Africa Occidentale è soggetta a un'importante spinta migratoria. Attraverso la transizione agroalimentare possiamo fare in modo che i giovani rimangano nelle loro terre».

L'organizzazione Terra Nuova è stata tra gli organizzatori dell'evento. A rappresentarla Paola De Meo, responsabile Advocacy di Terra Nuova che ha specificato che non si vuole la promozione di «un modello di agroecologia che tenda a essere così ampio da includere anche pratiche camuffate di agribusiness e di transizione inversa diretta a una privatizzazione delle risorse naturali».

Concetto ribadito da Riccardo Bocci, di Rete Semi Rurali: «In Africa stanno copiando il nostro modello agroecologico di 20 anni fa, che noi vogliamo cambiare. Nessuno racconta loro che c'è un'altra Europa che si sta alzando». Sulla stessa linea Paolo Bárberi, Vicepresidente di Agroecology Europe: «L'agroecologia deve arrivare a cambiare l'intero sistema agricolo».

Si tratta di obiettivi complessi e di lungo termine, di cui nel pomeriggio si è discusso, tra gli altri, con Mauro Pedalino, rappresentante dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS) e con Teodardo Calles della FAO (Agriculture and Consumer Protection Department Food and Agriculture Organization of the United Nation).

É stato però Francesco Petrelli, portavoce di Concord Italia (piattaforma ONG europee per l'aiuto e lo sviluppo) a ricordare che «la transizione dall'agroindustria all'agroecologia è l'unica garanzia per la nostra salute». «Il framework di riferimento - ha aggiunto Petrelli - è l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. La sfida è fare in modo che il bilancio UE 2021-2017 Ue promuova e sostenga la transizione agroecologica».

Il seminario rientra nell’ambito del progetto: “Narrazioni positive della cooperazione: cittadini, società civile e decisori politici si attivano sui territori per costruire un nuovo dibattito pubblico sullo sviluppo sostenibile”(AID 011491) finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Alcune immagini del seminario sulla transizione agroecologica del 14 maggio.