Glifosato condannato: la Monsanto dovrà pagare i danni per aver causato il cancro

L'erbicida più famoso del mondo è stato condannato per aver causato il cancro ad un giardiniere statunitense. Per la prima volta, una denuncia contro la Monsanto, il gigante dell'agroindustria, arriva in tribunale e la sentenza mette al muro la multinazionale, la quale però afferma già che farà ricorso. Ma la strada è stata aperta, e migliaia di denunce porteranno la Bayer-Monsanto di nuovo in tribunale.

11 agosto 2018 – 289 milioni di dollari: è la cifra che la Monsanto è stata condannata a versare, da una giuria della California, a Dewayne Johnson perché un suo prodotto, il RangerPro, è stato la causa della malattia che lo sta portando alla morte, il cancro. Come il Roundup, questo prodotto contiene l’elemento di punta della multinazionale recentemente acquisita dalla Bayer: il glifosato. Il signor Johnson ha utilizzato per anni il RangerPro nel suo lavoro di giardiniere di una scuola e nel 2014 ha scoperto una grave forma di cancro. Dopo 8 settimane di processo, la giuria ha affermato che la Monsanto non ha adeguatamente avvertito gli utilizzatori dell’erbicida sui possibili danni derivanti del prodotto, e che questo ha contribuito allo sviluppo del linfoma di Johnson.

La Bayer ha immediatamente reagito alla sentenza, affermando che “la giuria ha sbagliato” e che ricorreranno in appello. Nonostante ciò, è indubbio che questa sentenza aprirà la strada a migliaia di altre denunce per casi simili a quello di Johnson contro il gigante dell’agroindustria. Si tratta del primo caso in assoluto in cui una denuncia arrivi in tribunale sostenendo il legame tra il glifosato e una diagnosi di cancro.

Il glifosato è l’erbicida più venduto al mondo, e nonostante gli studi scientifici che ne sostengono la sicurezza, si è ancora ampiamente lontani dal poter affermare che Roundup e simili non abbiano in alcun modo ripercussioni sulla salute delle persone. Nel 2015, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa specificatamente di cancro ha affermato che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”, nonostante l’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) degli Stati Uniti continui ad affermare che il prodotto è sicuro se usato con cautela. Ma sono diverse le realtà che criticano l’EPA e chiedono di visionare le fonti di tali affermazioni, sostenendo il coinvolgimento della multinazionale nelle decisioni dell’agenzia.

In Europa, la lotta sul glifosato è ancora aperta. A novembre 2017, la Commissione Europea ha rinnovato la licenza per l’erbicida per altri 5 anni, nonostante i voti contrari di diversi Paesi tra cui l’Italia (18 si sono espressi a favore, 9 contrari e 1 astenuto). Nel nostro Paese, c’è il divieto di uso nelle zone pubbliche (parchi, scuole, campi sportivi, ecc) e, in agricoltura, in “pre-raccolta”. C’è però il problema dei prodotti che entrano, o entreranno, nel nostro Paese attraverso i trattati di libero scambio (come CETA, TTIP, ecc.) con Paesi in cui, invece, il glifosato è ampiamente utilizzato.