I Karamojong: il pastoralismo è il nostro futuro, non il nostro passato

 

Sebbene la comunità sia abituata a svegliarsi e leggere alcune pesanti notizie sui giornali, l'articolo del Daily Monitor del 29 aprile 2019: “Il Governo si muove per abolire il pastoralismo nomade" ha avuto un impatto nel dibattito off e on-line.

Nell'articolo, il Ministro per gli Affari e quello per l'Agricoltura di Karamoja vengono citati, insieme ai loro tecnici, per una dichiarazione sui piani che verranno attuti per abolire la "pastorizia nomade e concentrarsi sull'agricoltura e sui recinti” in Karamoja. I Ministri confermano così la loro intenzione di "trasformare la consuetudine dei Karamojonga di sopravvivere grazie ai sussidi e all'auto-sostenibilità, con se senza aiuti alimentari". Questo comunicato è preoccupante, in particolar modo per le comunità pastorali locali,  maggioranza all’interno della popolazione di Karamojong.

Opportunità e sfide del bestiame “semi-sedentario” presente in Karamoja

Queste affermazioni sono preoccupanti pechè, oltre a utilizzare in forma scorretta il termine “nomade”- visto che quelle esistenti in Karamoja sono differenti forme di produzione di bestiame semi-sedentarie supportate da regolari o sporadiche produzioni di colture - confondono e si oppongono alla legge esistente e alle consolidate prove sulla realizzabilità della produzione pastorale in ambienti aridi e semi-aridi. In Karamoja, l'agricoltura non è praticabile in oltre due terzi della regione, dove è possibile solo l'allevamento complementare di sorgo, oltre alla conservazione semi-sedentaria del bestiame. La produzione di bestiame transumante è, infatti, una delle principali fonti di nutrizione e reddito per le famiglie, essendo adatta alle condizioni ecologiche locali.

Tuttavia, i pastori Karamojong sono costretti a dover affrontare altre sfide regionali, in particolar modo nel campo della sicurezza alimentare. Per far fronte alla situazione, nel dicembre 2018 un comunicato congiunto dei governi locali di Karamoja ha richiesto investimenti per le infrastrutture idriche e per i servizi veterinari allo scopo di incrementare l'allevamento di bestiame. In una delle principali raccomandazioni di questo comunicato si legge: "i piani di sviluppo in Karamoja dovrebbero essere volti a garantire lo stile di vita pastorale delle persone che ci vivono, basato su un sostenibile sviluppo di mezzi di sussistenza".

Un ambiente politico favorevole

Fino a qualche tempo fa, generalmente le politiche dei governi sono state favorevoli nei confronti del pastoralismo. Anche se ci sono ancora preoccupazioni specifiche sul sistema legale ugandese, ci sono anche importanti leggi che garantiscono i diritti dei pastori. Principi in relazione ai diritti sulla terra, sulla proprietà, sulla produzione mobile e sul pascolo sono sanciti dalla Costituzione ugandese. Tra gli altri, il Land Act, la Land Policy e le leggi riguardanti l’estrazione e la conservazione. Nel 2013, ad esempio, è stata approvata la National Land Policy, con cui il Governo ha articolato il suo impegno per proteggere le risorse dei territori dei pastori, assicurando che i terreni pastorali posseduti e controllati dalle comunità pastorali siano registrati sotto il sistema consuetudinario di proprietà.

Ambigua posizione del Governo sul pastoralismo

Nonostante l'ambiente politico favorevole, nel corso degli anni è diventato chiaro che il Governo non riesce a comprendere appieno la produzione pastorale in Karamoja - basata sulla mobilità - né le politiche esistenti. In particolar modo, durante i periodi di insicurezza alimentare, i responsabili delle politiche devono capire i sistemi alimentari dominanti e devono sostenerli sia per assicurare la loro ripresa, sia per la sostenibilità a lungo termine della regione. Dichiarazioni come quelle citate nell'articolo, che chiedono l'abolizione del pastoralismo, riflettono l'attuale ambiguità interna del governo ugandese sul pastoralismo.

Inoltre, nel maggio del 2019 alla cerimonia di chiusura della Land Awareness Week in Moroto, il Ministro delle Terre di Karamoja, Onerevole Persis Namuganza, ha informato le parti interessate che “tutti i pascoli utilizzati dai pastori devono essere considerati prioritari in relazione alla garanzia dei diritti di proprietà nel più breve tempo possibile”.

Sulla base delle recenti prove fornite da diversi partner di ricerca, la regione Karamoja è la più adatta per questo modello di produzione pastorale.

I seguenti fattori sono fondamentali per la sua riuscita:

- la mobilità del bestiame e dei pastori per sostenere il contributo del settore zootecnico di Karamoja alla sicurezza alimentare e all'economia locale e nazionale;

- le aree di pascolo dovrebbero essere protette e, oltre ai meccanismi tradizionali di risoluzione dei conflitti, si devono supportare anche i meccanismi tradizionali di uso e gestione della terra;

- i mezzi di sussistenza che si fondano sul bestiame richiedono un sostegno diffuso perché possano supportare l’autosussistenza e contribuire all’economia nazionale;

- l'allocazione, distribuzione e condivisione delle risorse all’interno del sistema di produzione del bestiame devono essere partecipative, giuste ed eque.

 

Noi, le organizzazioni della società civile Karamojong, impegnate a lavorare con istituzioni pubbliche e private sulla base dei bisogni delle persone, chiediamo al governo di:

  • dimostrare il suo impegno in tutte le istituzioni pubbliche verso il pastoralismo e l’agro-pastoralismo, intraprendendo le misure necessarie per finalizzare la proposta politica sui pascoli e inoltrarla a livello ministeriale;
  • aumentare gli investimenti nel settore pastorizio per garantire e incrementare la produzione, investendo nella catena di valore del bestiame e assicurando risorse come acqua, marketing e sicurezza della proprietà terriera;
  • nel caso di Karamoja, prendere delle misure atte ad assicurare che il settore estrattivo sia trasparente e giusto in relazione alla protezione dei diritti dei pastori. Nel breve periodo, richiedere una commissione di inchiesta presidenziale in materia di terra e inchieste sui conflitti riguardanti la terra nella regione.

Questo messaggio è sostenuto da:

 Karamoja Development Forum, CELEP, COPACSO, PKH, Warrior squad, Terra Nuova, IWGIA, up4change, Caritas MorotoDiocese, Caritas KotidoDiocese, Warrior Squad, Dado, anarde, Oxfam, Agrecol, AMA, Centre for Basic Research, RangelandsInitative Africa, ASF, Rsearchers&Academics from MakerereUniversity& Gulu University.

 

Di seguito è possibile scaricare il documento originale in inglese.