Il Nicaragua tra crisi ambientale e sociale

26 aprile 2016 - Un significativo gruppo di associazioni nicaraguensi, tra cui il Centro Humboldt, ha elaborato un interessante documento con dati e analisi su quella che viene definita «la crisi ambientale più profonda della storia recente del Paese». Infatti, si legge nel documento “Crisis Socio-Ambiental de Nicaragua post sequía 2016”, la copertura forestale di latifoglie si è ridotta tra il 2011 e il 2016 di più di 36mila ettari, e di 6mila ettari la superficie di bosco di conifere (la fascia di frontiera tra il  Nicaragua e l’Honduras, rappresenta il limite a sud dell’areale di distribuzione del Pinus oocarpa). Quanto più grave, come denuncia il documento, è che sono colpite dal taglio indiscriminato di alberi varie zone protette, tra cui in particolare la riserva di biosfera Bosawas e quella del Rio San Juan. I corpi d’acqua dolce stanno soffrendo uno stress idrico notevole: il lago Cochibolca nel primo trimestre del 2016 ha visto una riduzione del 2% del suo livello (comparandolo con il livello medio) e il lago Xolotlán approssimativamente del 4%. Anche le acque di falda stanno riducendosi. Questo si relaziona con il fatto che il 2015 c’è stato un deficit di precipitazioni piovose del 50%, ed è stato il terzo anno consecutivo di riduzione della piovosità. Secondo dati del Sistema de Información de Agua y Saneamiento Rural (SIASAR), citati dallo studio, il 48% delle comunità rurali non accede all’acqua attraverso acquedotti ed altre infrastrutture controllate, e quindi l’abbassamento delle acque di falda mette a repentaglio l’approvvigioamento di migliaia di persone. Il documento è stato menzionato anche dal quotidiano ‘La Prensa’ (di Piero Confalonieri)

Il documento in pdf e in lingua spagnola può essere scaricato qui.