In viaggio con la Carovana per la Terra, l'acqua e i semi tra le testimonianze dei rappresentanti dei movimenti sociali e della società civile

25 marzo 2016 - La marcia della Carovana dell'Africa Occidentale per la terra, l'acqua e i semi si è conclusa. 18 giorni in viaggio tra testimonianze, scambi di opinioni e conoscenze ma anche moltissima voglia di lottare per i beni comuni di fronte a una capillare preoccupazione crescente. La Carovana è stata soprattutto un "momento d'integrazione tra i popoli", come ci raccontano gli organizzatori dell'evento sulla pagina Facebook dedicata, un momento di condivisione reale e di adesione ai medesimi valori racchiusi nel libretto verdeMa la marcia non è che all'inizio: occorre continuare a fare pressione sui decisori perché quanto è stato gridato e appreso in questi giorni non vada perduto. Presto sarà online un sito web dedicato e altre iniziative sono in cantiere. 

Lucy Wood, di Terra Nuova, che ha seguito la Carovana negli ultimi giorni ci ha raccontato che "la volontà delle popolazioni di lottare insieme per il diritto alla terra, ai semi e alle risorse naturali emerge chiaramente. Contro la terra, l’acqua e i semi sono tante le ingiustizie" scaraventate addosso agli abitanti dei villaggi e delle comunità rurali. "Le persone sono state lasciate senza alcun mezzo di sopravvivenza e sono state costrette a lasciare la loro terra, spostandosi o migrando verso le città, arrivando fino in Europa, a volte. Le conseguenze sociali e ambientali sono devastanti" (testo integrale in inglese, sotto). 


"After two days of hearing testimonies from the representatives of social movements and civil society from 15 countries across West Africa travelling with the convergence caravan, commonalities in the struggles being faced by peoples emerge. Stories culminated around the politics of multinationals, pressurizing governments to free Africa’s natural resources, opening them to investment. Whether for land, water or seeds, there were numerous examples of injusticies, often violent, suffered by villagers whose only means of livelihood and heritage were turned into a commodity for the benefit of investors. People are left without any means of survival and are forced to leave their land, moving to towns or migrating sometimes as far as Europe. The social and environmental consequences are devastating".