India, Lavoratori di tè, una vita senza dignità

1 maggio 2016In occasione della giornata internazionale del lavoro, la Rete Mondiale per il diritto all’alimentazione e la nutrizione  (GNRTFN) pubblica il suo rapporto sulle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti nelle piantagioni di tè nell’Assam e  nel West bengala, due delle regioni indiane produttrici della preziosa bevanda.

Basato su una missione d’chiesta internazionale indipendente del GNRTFN “Una vita senza dignità – il prezzo della tua tazza di tè ( A Life without dignity – the price of your cup of tea)" svela violazioni e abusi dei diritti umani, in particolare di quelli legati a un’alimentazione adeguata, al diritto al cibo e ai diritti connessi che i braccianti impegnati nella produzione di tè in India sono costretti a subire da generazioni. Il rapporto è il risultato di più anni di lavoro di due dei membri della rete GNRTFN, l’Unione Internazionale dei Lavoratori dell’alimentazione  (UITA) e la Right to Food Campaign, campagna a favore del diritto all’alimentazione, in India. 

L’inchiesta denuncia i salari, ben al di sotto dei limiti della decenza, percepiti dai lavoratori nei campi di tè che lavorano in condizioni estremamente difficili e provanti. Senza efficaci sistemi di protezione, sono spesso esposti ai pesticidi. Le donne, in prevalenza impegnate nella raccolta –circa la metà della mano d’opera – soffrono della sistematica violazione dei diritti umani.  In generale, non è presa in considerazione alcuna forma di protezione della maternità e sono oggetto di discriminazioni generalizzate: percepiscono salari inferiori a quelli degli uomini e hanno poche, se non nessuna, possibilità di avere una promozione di qualsiasi tipo.

Sulla base del Plantation Labour Act (PLA), la legge sul lavoro nelle piantagioni, i proprietari delle piantagioni di tè sono tenuti a fornire ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie alloggio, acqua potabile, eduzione e assistenza sanitaria. La realtà, però, è completamente diversa. Le abitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici non hanno acqua corrente né materiale sanitario di prima necessità e i loro figli non hanno accesso a un’educazione  accettabile. I genitori trovano muri enormi a ogni stadio di crescita dei propri figli. Ogni accesso a sanità e medicine è precluso, anche finanziariamente. Inoltre , prostrati da simili condizioni di vita e privi di qualunque certezza e sicurezza sulle loro abitazioni o sulle loro terre, vivono in uno stato di perenne dipendenza dalle piantagioni.  

Pur di mantenere un piede nell’unica casa che possiedono ai lavoratori e le lavoratrici sono disposti ad accettare salari da fame e la pressoché mancanza di diritti. Non solo, la maggior parte di loro ha perso qualsiasi legame con la patria d’origine negli ultimi 200 anni. Continuano a lavorare in uno stato di schiavitù con l’impossibilitò di lottare per qualunque miglioramento delle proprie condizioni di lavoro pena l’espulsione e la perdita del domicilio.

Promulgando il PLA, il governo indiano ha di fatto formalizzato il sistema che teneva i lavoratori completamente dipendenti dai proprietari delle piantagioni di tè. Una dipendenza tanto più evidente e dannosa quando le piantagioni chiudono - come accaduto nel Bengala occidentale. Senza alcun risparmio o un posto alternativo dove andare, i lavoratori del tè sono costretti a prendere misure drastiche per sopravvivere.

Tra le raccomandazioni chiave, il GNRTFN invita lo Stato indiano a intraprendere azioni immediate per garantire il rispetto dei diritti umani per i lavoratori delle piantagioni di tè, in particolare: casa, acqua, servizi igienico-sanitari ed istruzione, in linea e piana aderenza alle norme del diritto internazionale e nazionale, assicurando una stretta consultazione con i lavoratori interessati. Ogni decisione in relazione al futuro delle piantagioni, comprese eventuali alternative strutturali, dovrebbero essere prese con il coinvolgimento degli stessi lavoratori durante l'intero processo.

È possibile scaricare il report (in inglese) qui.

Per saperne di più su Global Network for the Right to Food and Nutrition

Leggi il comunicato stampa in inglese qui.