Quando il leone è travestito da agnello: la Bill&Melinda Gates Foundation e l’OMS

1 febbraio 2017 - Le organizzazioni internazionali, si sa, sono un intricato labirinto in cui transitano centinaia di realtà diverse. Il fatto è che queste stesse organizzazioni internazionali hanno spesso, nelle loro mani, il futuro delle persone: i governi degli Stati membri prendono decisioni sulla vita delle popolazioni, sul loro cibo, la loro cultura, i loro diritti e doveri e, non da ultimo, la loro salute. E proprio per questo, non tutte le realtà che vi ruotano attorno hanno il diritto di far parte del loro cuore pulsante. Per una ragione molto semplice, che si chiama conflitto d’interessi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente rivisto i propri documenti fondamentali, alla base della sua costituzione, sottolineando la volontà di voler supervisionare efficacemente i casi di conflitto d’interessi e la collaborazione con gli attori non statali. Ma cosa succede se una realtà, come ad esempio la Bill and Melinda Gates Foundation, chiedesse di entrare a far parte dell'Assemblea dell’OMS, seppur come membro non votante? Come dovrebbe essere interpretata allora la definizione di “conflitto d’interesse” per la Gates Foundation Trust (la fonte finanziaria della fondazione) che investe abbondantemente in cibo, alcol e prodotti che possono essere fattori che favoriscono infarti, obesità, cancro e diabete?

Ecco alcuni numeri, per avere un’idea più chiara della situazione. La Gates Foundation Trust investe in modo diretto in:

  • Azienda regionale della Coca-Cola che opera negli Stati Uniti meridionali (466 milioni di dollari)
  • Walmart, il più grande marchio di supermercati degli USA e più importante rivenditore di medicinali e alcolici (837 milioni di dollari)
  • Walgreen-Boots Alliance, enorme rivenditore a livello multinazionale di farmaci (280 milioni di dollari)
  • Due delle più importanti aziende televisive: Televisa (433 milioni di dollari) e Liberty Global PLC (221 milioni di dollari).

Oltre a questo, circa un quarto del Fondo viene investito nella Berkshire Hathaway Inc., una holding che possiede 17 miliardi di dollari nella Coca-Cola e altri 29 miliardi nella Kraft Heinz Inc., un’altra delle 10 maggiori aziende alimentari al mondo.

Agli occhi di numerose organizzazioni della società civile e gruppi di interesse di tutto il mondo, la situazione di conflitto di interesse appare molto chiara: lo si legge nella dichiarazione inviata pochi giorni fa all’Executive Board dell’OMS. Ma, come si evince dalla nota, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità non ha specificato questa situazione piuttosto dubbia: infatti, nell’elenco dei contributi finanziari al budget dell’OMS, viene semplicemente affermato che la Gates Foundation ha contribuito con 629 milioni di dollari al suo budget bi-annuale (che ammonta a 4,5 miliardi di dollari), e nel registro degli attori non statali si nota semplicemente che la fondazione ha “accordi con membri selezionati delle industrie farmaceutiche e di cibo e bevande”.

“I bassi finanziamenti da parte degli Stati Membri all’OMS minano la sua capacità di portare avanti il suo lavoro vitale per la salute pubblica globale, che è importante soprattutto per i paesi a medio e basso reddito con limitate politiche locali sanitarie. Tirare su il budget dell’OMS con fondi provenienti dai maggiori investitori in aziende alimentari, farmaceutiche e che producono alcolici (che spesso hanno i loro uffici nei paesi ricchi) compromette sempre di più l’indipendenza dell’OMS.”

Il messaggio, dunque, è molto chiaro: accettare che la Gates Foundation abbia relazioni ufficiali con (e quindi sia uno dei membri di) l’Assemblea per la Salute Mondiale, vuol dire accettare il conflitto d’interessi e perdere sempre di più la propria indipendenza. L’invito della società civile è quindi di rafforzare le misure di salvaguardia del conflitto d’interesse, nei confronti di chiunque intenda avere relazioni ufficiali con l’organismo internazionale che vigila sulla salute di tutti.

 

Fonte: "Conflict of interest safeguards far too weak to protect WHO from influence of regulated industries (the case of the Bill and Melinda Gates Foundation)"