Quanto odio c'è nella campagna elettorale italiana? Amnesty lancia il "barometro dell'odio"

"Noi contro loro": quanto odio c'è nei discorsi portati avanti nella campagna elettorale italiana? "Le odierne politiche di demonizzazione spacciano vergognosamente la pericolosa idea che alcune persone siano meno umane di altre", afferma il segretario generale di Amnesty International. Da cui l'idea di Amnesty Italia di lanciare il barometro dell'odio, per misurare intensità e bersagio dei discorsi pieni d'odio di alcuni leader politici italiani. Attendiamo i risultati finali, anche se possiamo già immaginare alcune "perle"...

21 febbraio 2018 - “Il 2016 è stato l’anno in cui il cinico uso della narrativa del ‘noi contro loro’, basata su demonizzazione, odio e paura, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Tenta dello scorso secolo. Un numero elevato di politici in varie parti del mondo, sta rispondendo ai legittimi timori della popolazione nel campo economico e della sicurezza, con una pericolosa e divisiva manipolazione delle politiche identitarie allo scopo di ottenere consenso“, si legge nel presentazione del Rapporto 2016-2017 di Amnesty International, pubblicato in Italia da Infinito Edizioni, firmata dal segretario generale di questa organizzazione Salil Shetty. Che prosegue segnalando: “Le odierne politiche di demonizzazione spacciano vergognosamente la pericolosa idea che alcune persone siano meno umane di altre, privando in questo modo interi gruppi di persone della loro umanità. Così si rischia di dare via libera ai lati più oscuri della natura umana“. 

Anche in coerenza con questa analisi, la sezione Italia di Amnesty International ha avviato un monitoraggio attento della campagna elettorale italiana per individuare i ‘discorsi d’odio’ (intesi come “un tipo di discorso pubblico, che incita al pregiudizio, all’odio, alla paura, alle discriminazioni o persino alla violenza contro una persona o gruppo di persone sulla base dell’appartenenza, vera o presunta, ad un gruppo sociale, all’identificazione basata sull’etnia, la religione, la lingua, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o particolari condizioni fisiche o psichiche”) che vengono trasmessi da candidati e partiti politici. I risultati vengono misurati in un “barometro dell’odio” che li cataloga per la loro intensità (da offensivo a grave, fino a molto grave) e per il bersaglio (contro chi si scagliano le dichiarazioni; in particolare si catalogano le dichiarazioni pubbliche in “razzismo e xenofobia” se gli attacchi sono contro migranti e Rom, “discriminazione religiosa” in particolare contro l’Islam e i musulmani, e “discriminazione di genere” se rivolte contro le donne e le persone della diversità sessuale).

Il sito aggiornato è https://www.amnesty.it/barometro-odio/

Interessante la metodologia adottata: utilizzando la rete di sezioni ed attivisti sul territorio italiano, Amnesty sta monitorando le dichiarazioni sulle pagine social di un campione rappresentativo di candidati durante le ultime tre settimane della campagna elettorale, dal 8 febbraio al 2 marzo 2018. I risultati complessivi saranno pubblicati in un report finale che conterrà, è facile prevedere, molte “perle” di una campagna elettorale chiassosa e verbalmente violenta.

 

Foto: Amnesty Italia