Quinta Conferenza nazionale di sicurezza alimentare e nutrizionale in Brasile

7 novembre 2015 - Dal 3 al 6 novembre, si è realizzata a Brasilia la Quinta conferenza sulla sicurezza alimentare e nutrizionale del Brasile. Questa attività si svolge circa ogni quattro-cinque anni, e attraverso una straordinaria modalità di discussione orizzontale, delinea gli orientamenti e le priorità nelle politiche pubbliche per la sovranità/sicurezza alimentare e nutrizionale del Paese.

Quest’anno, a partire da giugno, si sono svolte conferenze sulla sicurezza alimentare e nutrizionale (SAN) nei municipi, e poi a livello dei singoli stati che compongono la repubblica federale del Brasile; si sono tenute conferenze anche per temi o settori (donne, popoli indigeni, Amazzonia, ecc.) in una discussione collettiva (sulla base di alcuni documenti comuni) che ha mobilitato circa 32mila persone. A Brasilia quindi sono giunti duemila delegati rappresentativi del percorso svolto nei precedenti eventi nei territori.

Il Brasile ha realizzato un percorso faticoso ma estremamente interessante, che ha portato la FAO, l’anno scorso, a dichiarare il Paese fuori dalla mappa della fame mondiale. Un elemento centrale di quest’azione è stata nel 2010 la modifica della Costituzione, che ha riconosciuto il diritto umano all’alimentazione adeguata, e che quindi obbliga lo Stato alla sua realizzazione. Ma i primi passi delle politiche di eradicazione della miseria sono state  il programma “Fome zero” (fame zero, nel 2003 e cioè appena Lula da Silva si è insediato alla Presidenza della Repubblica) e il programma “Bolsa familia” (che dallo stesso anno ha iniziato a aiutare con un assegno 14 milioni di famiglie in povertà estrema). Successivamente, si è elaborato un piano di sostegno all’agricoltura familiare che è poi stato regolato nella legge di sicurezza alimentare (2006); questo supporto ha permesso di migliorare la produzione agricola su piccola scala, permettendo poi di vincolare l’applicazione della legge sull’alimentazione scolastica (attraverso il piano PNAE) con l’acquisto da parte degli organi pubblici di almeno il 30% del cibo per le mense scolastiche, dall’agricoltura familiare (programma PAA di acquisti pubblici; questo vuol dire sbocco di mercato per prodotti locali, a filiera corta e controllata, milioni di bambini con pasti assicurati). Contemporaneamente, e con evidenti maggiori difficoltà di applicazione, vi sono stati i tentativi di incidere sulle cause strutturali della fame: la riforma agraria parziale, la titolazione di territori indigeni, l’ampliamento dell’accesso al credito.

Al di là delle specifiche leggi, piani e investimenti dei governi progressisti in Brasile, vi sono alcuni elementi centrali di questa esperienza straordinaria che devono essere segnalati: in primis, questa consistente produzione di politiche pubbliche mirate, successive e articolate, che ha superato una visione assistenzialistica. Ma, altro ingrediente fondamentale, con un impegno stringente e vincolante ad integrare tra esse tali politiche, quindi a costruire una intersettorialità tra i ministeri e le agenzie pubbliche che gestiscono tali programmi, per lavorare costantemente in coordinazione, evitando duplicazioni o contraddizioni. Un terzo elemento fondamentale: la partecipazione della società civile e il controllo dal basso come un elemento imprescindibile per migliorare l’efficacia dell’azione pubblica. Basti pensare che il Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutricional (CONSEA), che è l’ente rettore di queste politiche, è composto per il 25% da funzionari dello stato e per il 75% dalla società civile!

Su questi tre pilastri, non solo si sono ottenuti i risultati sopra citati, ma si è rafforzata la mobilitazione sociale. 

Ovviamente, non comparire per un anno o due nella mappa della fame FAO è importante, ma se tutto il complesso sforzo di politiche e partecipazione sociale per appoggiare le fasce più deboli dovesse venire meno, ben presto potrebbe esserci un regresso nell’insicurezza alimentare e nella mappa FAO.

I temi affrontati nella quinta conferenza di inizio novembre sono ruotati intorno all’alimentazione di qualità, intendendo dire un cibo sano, senza OGM né tracce di pesticidi, tendenzialmente proveniente da agricoltura biologica o agro ecologica, di stagione. Il Brasile già ora affronta un preoccupante incremento dell’obesità in tutte le fasce d’età e gruppi sociali, l’incremento di disturbi alimentari e di neoplasie ed altre patologie probabilmente derivata anche dal consumo costante di cibo contaminato, ultra processato, con eccesso di additivi. Ma tutto questo visto con un’ottica che –nuovamente- mette al centro il diritto al cibo e la necessità di politiche pubbliche per garantirlo.