Spazi municipali interculturali di dialogo tra lo Stato e i Popoli Originari
L’area del Perù denominata VRAEM (Valle del fiume Apurimac, Ene e Mantaro) è una delle zone più complesse e conflittuali del paese, per la presenza di zone di produzione di coca legate al narcotraffico, di residui di armati irregolari che si richiamano a “Sendero Luminoso”, per la corruzione a tutti i livelli, per la presenza di popolazione indigena che soffre un processo di frammentazione dei suoi territori, e anche per la cessione di lotti di estrazione di petrolio e gas naturale oltre che per la pressione di gruppi di ‘colonos’.
Beneficiari del progetto
Questo progetto vuole contribuire alla costruzione di modelli di sviluppo e processi di governance basati sui diritti umani e orientati a migliorare il “buen vivir” dei popoli indigenti, rafforzando le capacità di gestione e incidenza degli attori indigeni locali, consolidando spazi municipali, inclusivi e interculturali, di dialogo tra lo Stato e i Popoli Originari, centrati su iniziative di sviluppo economico ambientale nelle comunità native.
Per questo, si lavora in collaborazione con le leadership delle organizzazioni indigene e con i funzionari delle diverse istanze pubbliche e delle amministrazioni locali.
Obiettivi
In forza di questo, il progetto si sviluppa su tre livelli operativi: i processi di preparazione per promotori e leader (uomini e donne) delle organizzazioni indigene locali; la sensibilizzazione/formazione dei funzionari pubblici locali, coinvolti anch’essi negli ambiti di concertazione locale; l’elaborazione e acquisizione come strumenti di programmazione e gestione, da parte dei municipi, di pratiche amministrative e strumenti operativi frutto della concertazione e dell’ “ascolto” della cittadinanza.
Luoghi
Municipi di Satipo, Mazamari, Pangoa e Río Tambo (provincia di Satipo, regione Junín)
Durata
30 mesi (inizio attività marzo 2014)
Partner del progetto
Terra Nuova e Central Asháninka del Río Ene
Enti finanziatori
Il programma di Sviluppo Alternativo (DAS) dell’istituzione DEVIDA, con fondi dell’Unione Europea (80%)