Attivisti uccisi. Quanti ancora? Verità e giustizia per Bertha Caceres

30 maggio 2016 - In America Latina si registra il più alto tasso di omicidi di attivisti del Pianeta. La violenza si scaglia specialmente contro gli esponenti delle comunità indigene e rurali e, più in generale, contro chi propone un'idea alternativa allo "sviluppo" imperante di stampo liberista e lotta per i propri diritti e per quelli delle generazioni future. Secondo "How many more?" un recente rapporto di Global Witness, nel 2014 almeno 116 persone sarebbero state uccise mentre lottavano contro estrazioni minerarie, progetti idroelettrici, agro-business... molti di più dei giornalisti massacrati nello stesso periodo. Oltre il 40% delle vittime erano indigene. I numeri, quindi, già di per sè scioccanti, sono probabilmente molto sottostimati. La maggior parte delle violenze, infatti, si consuma lontano dai riflettori, contro persone che vivono in villaggi isolati, nelle foreste o, comunque, con accesso pressoché nullo ai mezzi di comunicazione. 

E' l'Honduras il Paese più colpito, quello in cui è stata massacrata Bertha Caceres, lo scorso 3 marzo. Le settimane trascorse non hanno fatto luce su questo crimine, le cui verità sono ancora velate e nessuna o ben poca chiarezza è stata fatta in merito. Per questo, il Copinh, il Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari di cui Bertha Caceres era coordinatrice, propone un'azione globale per la giustizia. Il prossimo 15 giugno, davanti a tutte le ambasciate dell'Honduras del mondo, si terrà una manifestazione di protesta attraverso la quale chiedere la Verità e lo stop definitivo alla diga Agua Zarca.

La mobilitazione – fanno sapere gli organizzatori – "ha lo scopo di chiedere l’immediata istituzione di un gruppo di ricerca indipendente condotto dalla Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH), di chiarire il crimine e garantire la prosecuzione di tutti i responsabili”. Non solo: chiediamo anche la “cancellazione immediata e definitiva della concessione alla società DESA” per la realizzazione del progetto idroelettrico Agua Zarca.

Perché opporsi a questo progetto è così importante, lo sapeva bene Betha Caceres che, alla premiazione del premio Goldman così commentava: "Il popolo lenca è il custode ancestrale dei fiumi, protetto dagli spiriti delle bambine che ci insegnano che dare la vita, in modi diversi, per la difesa dei fiumi, è dare la vita per il bene dell’umanità e di questo pianeta. La Madre Terra, militarizzata, circondata, avvelenata, dove si calpestano sistematicamente i diritti elementari, ci chiede di agire. Costruiamo allora delle società capaci di coesistere in maniera giusta. Uniamoci e continuiamo a lottare con speranza, difendendo il sangue della terra e dei suoi spiriti. Dedico questo premio a tutte le ribellioni». 

Fonte | narcomafie

Foto |@Copinh