Bufera sulle ONG: nessuna scusante, ma è necessario il rispetto per chi lavora bene

Nuova bufera sulle ONG, per denunce su comportamenti irregolari e immorali. Nessuna difesa a priori della cooperazione,  nessuna difesa di comportamenti degradanti e immorali realizzati da singoli operatori. Quello che chiediamo è la richiesta di rispetto per quello che centinaia di ONG e migliaia di persone fanno ogni giorno nel modo giusto, per un mondo più giusto.

20 febbraio 2018 - Da alcuni giorni una nuova ‘bufera’ si è scatenata contro alcune note ONG internazionali, per denunce di comportamenti irregolari ed immorali. Come giustamente segnala un articolo sul sito Info-Cooperazione,  ignorare la cosa, far finta che non ci riguardi e che non abbia impatti anche sulla credibilità di tutto il mondo della cooperazione, è assurdo e sbagliato.

Nettissima deve essere, nel mondo dell’associazionismo che si basa sui valori della solidarietà, della cooperazione, della dignità e della emancipazione, la condanna di tutti i comportamenti che non rispondano a un ancoraggio etico forte.  Sappiamo  che è intrinseco nell’essere umano usare il potere che ha (potere magari su scala minima e a livello del microcosmo circostante… ma potere e cioè possibilità di indirizzare i comportamenti di altre persone), e che si può usare per aprire spazi per tutti di dignità e scelta (quello che si è usi chiamare ‘empowerment’) oppure per alimentare il proprio ego e migliorare la propria situazione personale. Le ONG, noi, abbiamo quindi il dovere di selezionare gli/le operatori/trici e prepararli/e in modo serio per affrontare con consapevolezza e chiarezza d’intenti il loro ruolo nelle attività di cooperazione, ruolo in cui coscientemente o inconsapevolmente hanno –in quanto europei, e con un ruolo preminente nelle organizzazioni- molto potere.

Detto questo, e quindi ribadendo che davvero si tratta di episodi disgustosi e ripugnanti da perseguire, credo sia necessario aggiungere altro, che nulla toglie alla denuncia di quanto successo e della insufficienza dei sistemi interni di monitoraggio e ispezione. La campagna di stampa che si è scatenata ha ben poco di ‘informazione’ e molto di linciaggio mediatico che presenta le cose in modo distorto. Abbiamo ascoltato parlare di abusi sessuali su minori, di ‘festini a luci rosse’, ma anche di operatori che hanno fatto sesso con prostitute ed infine di molestie tra membri degli staff (per es., dei 24 casi di abusi avvenuti nel 2017 che la stessa MsF ha dichiarato, e che hanno portato al licenziamento 19 operatori e a sanzionare altri 5, tutti meno 2 riguardavano abusi commessi contro altri operatori MsF). Tutti questi comportamenti hanno alla radice l’abuso di potere e il non rispetto della dignità umana. Ma se eticamente sono condannabili in toto e senza tentennamenti, sono ben diversi tra loro sul piano penale. Ci si aspetterebbe dai mezzi di comunicazione una attenzione maggiore a come si presentano le informazioni, perché altrimenti si alimenta un qualunquistico e generalizzante coro moralistico contro le ONG, che in tanti casi invece rappresentano ancora oggi il meglio del sentimento di condivisione con gli altri.

Nessun difesa a priori del mondo della cooperazione, dove invece ci sono persone (e quindi, con le loro debolezze e potenzialità) e ormai anche interessi. Nessuna difesa di comportamenti degradanti e immorali realizzati da singoli operatori; nessuna scusante per meccanismi di prevenzione o denuncia interni che non hanno funzionato. Ma la richiesta di rispetto per quello che centinaia di ONG e migliaia di persone fanno ogni giorno nel modo giusto, per un mondo più giusto.

(Piero Confalonieri)