Centroamérica diferente: com'è andato il 2015?

5 gennaio 2016 - Il progetto  "Centroamérica diferente",  a circa due anni dal suo avvio, pubblica sul suo blog un "bilancio" dei risultati raggiunti nel 2015. Di seguito, la traduzione in italiano.

Accade spesso, quando si chiude un anno, che le persone facciamo un resoconto degli ultimi 12 mesi, con l'intento di definire i "passi da fare" per i 12 mesi a seguire. E' giusto. E' un modo per reimpostare le nostre mete e i nostri obiettivi di vita.

In questo caso, faremo un resoconto di quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi nell'ambito dei Diritti Umani LGBTI in Nicaragua, Honduras, El Salvador e Guatemala, specialmente per quando riguarda il progetto Centroamérica Diferente.

In Nicaragua, il risultato più importante è la visibilità della comunità LGBTI sui vari mezzi di comunicazione, sia per quanto riguarda il rispetto e il riconoscimento dei diritti umani, sia nel diffondere la voce di coloro che difendono la comunità LGBTI grazie agli articoli pubblicati su El Nuevo Diario. Ovviamente ci sono ancora mezzi di comunicazione con un'impronta chiaramente omofobica, ma tutto è un processo in divenire.

In ambito legislativo, non ci sono stati passi avanti nel 2015, e non ci sono state neanche richieste specifiche dalla comunità LGBTI. Non siamo riusciti ad ottenere neanche i dati della situazione di vita delle persone LGBTI a causa della mancanza di un censimento popolare. E non conosciamo il livello di violenza che vivono queste persone, perchè la legislazione  attuale non prende in considerazione, come tipologia specifica, quella dei crimini di odio, nè la polizia registra l'identità di genere e/o l'orientamento sessuale del querelante.

In Honduras, la situazione non è incoraggiant. In realtà, Honduras, El Salvador e Guatemala formano il "Triangolo del Nord" che rappresenta una zona di pericolo per la vita delle persone LGBTI. Appartenere alla comunità LGBTI presuppone un maggiore rischio. Alcuni dati rivelano che tra il 2007 e il 2012, in Honduras si registrarono 180 morti violente contro chi difendeva i diritti umani LBGTI. Nei tre paesi non ci sono neanche registri statistici di quello che succede a questa comunità.

Nonostante questo, ci sono stati avanzamenti importanti in El Salvador: da settembre, l'Assemblea Legislativa ha approvato una riforma al Codice Penale con la quale si aggravano le pene quando il delitto è un crimine di odio. La riforma rende più dure le pene. Negli omicidi semplici le pene vanno fino a 15 anni, mentre in quegli aggravati arrivano fino a 65 anni. Pertanto, i crimini di odio vengono ora considerati omicidi aggravati.

Ed in Centroamérica Diferente, non potremmo essere più orgogliosi: ci siamo fortificati a livello di organizzazioni e collettivi, abbiamo conquistato spazi nei mezzi di comunicazione, a livello regionale abbiamo creato alleanze con attivisti, difensori, membri della comunità, giornalisti e funzionari pubblici per la difesa dei diritti umani LGBTI mediante lo sviluppo dei Diploma in Diritti umani, Governabilità e Diversità Sessuale, e attravero una campagna regionale di comunicazione, abbiamo dato ancora più visibilità alla comunità LGBTI.

Il cammino è lungo, però c'è la voglia di percorrerlo: per ora pianifichiamo mete e con entusiasmo tracciamo una strategia per andare avanti e contribuire affinchè la società rispetti e riconosca i Diritti Umani per le persone LGBTI.