"Cibo sano per tutti": quando trionfa il contadino

19 aprile 2016 - Domenica 17 aprile, nella giornata internazionale delle lotte contadine , si è svolto a Roma, presso il CSOA Ex Snia, l’incontro “Cibo sano per tutti” organizzato da Terra Nuova e Amig@s MST-Italia con la Campagna Nazionale Stop TTIP e la Campagna per l'agricoltura contadina. 

In una giornata estiva più che primaverile - quasi un monito per non più procrastinabili scelte rispetto a modelli di produzione alimentare e stili di vita - la necessità di un maggior rispetto della terra e del riconoscimento del lavoro dei contadini è stato più volte ribadito.

Mentre in una sala gli adulti discutevano, in maniera più o meno concitata, del Trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e USA (TTIP), di biotecnologie e della proposta di legge per l’agricoltura contadina, all’esterno un gruppo di bambini tra i 4 e gli 8 anni imparava l’importanza del grano e dell’acqua. Grazie a una serie di attività con Memmo Buttinelli, dell’Associazione Michele Mancino, ad esempio, i più piccoli hanno appreso che la dorata spiga di grano che stringevano tra le mani durante il gioco corrispondeva, dopo una serie di processi di cui sono stati i protagonisti, al loro piatto di pasta preferito.

Nell’adiacente locale, intanto, Serena Romagnoli, di Amig@s MST-Italia, spiegava l’importanza della giornata internazionale delle lotte contadine riportando l’esperienza del Movimento Sem Terra del Brasile, nato nel 1984 a seguito delle occupazioni nel sud del Paese e ricordando che grazie a queste lotte, che coinvolgono oltre un milione e mezzo di persone, 370.000 famiglie hanno conquistato la terra, mentre 130.00 ancora lottano per ottenerla. Spesso al costo della vita.

Paola De Meo, di Terra Nuova, ha poi spiegato come il TTIP (i cui negoziati sono volutamente segreti) minacci la nostra democrazia e la nostra economia agricola, fatta di piccola scala, non in grado di competere con le grossi imprese e gli appetiti delle multinazionali che guardano dall'altra sponda dell'Atlantico al mercato europeo.

Monica di Sisto della Campagna Stop/TTip, si è quindi addentrata nella questione sviscerando i rischi per  la salute degli agricoltori e degli altri cittadini e invocando una partecipazione popolare per la manifestazione che si terrà il prossimo 7 maggio a Roma. Ecco, dunque, che il trattato potrebbe essere foriero di un aumento delle importazioni agroalimentari USA in Europa del 120% entro il 2025, cui corrisponderebbe, però, solo un aumento del 60% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti e, la non totale tracciabilità degli alimenti poiché il sistema statunitense verifica unicamente la sicurezza del prodotto finale. “In assenza di una chiara prova, tutta a carico dell’eventuale vittima di alterazione o sofisticazione, di collegamento evidente tra un’intossicazione e un alimento, l’alimento resta in commercio”.

Sergio Cabras, della Campagna per l’agricoltura contadina, ha invece sottolineato che l’1% delle aziende detiene oggi oltre il 30% della terra disponibile pur incidendo sulla produzione agricola solo per il 16%, contro il 25% ascrivibile ai piccoli produttori. "Tuttavia, le imprese con meno di 2 ettari chiudono e c’è sempre più la tendenza a voler considerare “superata” l’agricoltura contadina. E’ fondamentale - ha quindi ribadito –che la figura del contadino sia riconosciuta anche nel codice civile in cui essa manca pur avendo previsto il Testo diverse forme di imprenditoria agricola. Oggi, 4 diverse proposte di legge sono in discussione alla Camera. In esse si parla di lavoro, di accesso alla terra, ma anche di questioni igienico-sanitarie e di semplificazioni fiscali". Un processo che intende pervenire al riconoscimento del ruolo economico, sociale e ambientale dei contadini strangolati dall’agroindustria.

Elisa D’Aloisio, dell’AIAB/Tuscia, ha parlato, infine, delle biotecnologie e di quanto esse coincidano con gli OGM. “Il piccolo contadino  - ha aggiunto, riallacciandosi al tema della giornata - è una risorsa per tutti e fa paura alle grandi lobby perché è libero, si autoalimenta e ed è fonte di cibo per il circondario. È indipendente. Gli OGM, invece, creano dipendenza e monocolture i cui effetti, spesso, sono però visibili nell’arco di 30 – 40 o 50 anni. I campi sono pieni di erbe che vengono scartate mortificando e svilendo la varietà della nostra dieta. Ora, l’opportunità di decidere riguardo a queste biotecnologie, ovvero a questi OGM camuffati, è data alla Commissione Europea. Se quest’organismo dovesse decidere per la loro diffusione e introduzione in quanto “non Organismi Geneticamente Modificati” tutti gli sforzi compiuti dal nostro paese in questo ambito sarebbero del tutto vanificati. Abbiamo una biodiversità invidiabile e un’altissima varietà di prodotti alimentari – ha ricordato - in particolare per quanto riguarda il biologico, ma la decisione della Commissione potrebbe mettere in discussione persino questo nostro vantaggio comparativo. Dobbiamo cercare la relazione diretta col contadino. I consumatori hanno la capacità di scegliere il tipo di mercato che vogliono”, ha concluso.