Un cambio di rotta sui sistemi alimentari subito, per salvare il diritto al cibo e il pianeta
Roma, 21 luglio 2023 – Alla vigilia del nuovo Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari che si aprirà lunedì 24 luglio alla FAO - UNFSS+2 Stocktaking Moment - il movimento mondiale per la giustizia alimentare, le organizzazioni dei piccoli produttori e dei Popoli Indigeni, in rappresentanza di milioni di persone in tutto il mondo, denunciano nella loro dichiarazione come questo vertice sia stato progettato per ignorare la necessità di profonde trasformazioni strutturali nei nostri sistemi alimentari, enfatizzando invece un modello che privilegia il profitto rispetto all'interesse pubblico.
La principale preoccupazione delle rappresentanze che hanno espresso forti critiche al Summit continua ad essere la crescente influenza delle multinazionali e dei loro intermediari all'interno delle Nazioni Unite dove il nuovo approccio multistakeholder ha spalancato le porte ai grandi gruppi industriali e alle catene mondiali della distribuzione e rischia di favorire controllo dei sistemi alimentari da parte delle multinazionali.
In una conferenza stampa che si è tenuta il 17 luglio scorso, i rappresentanti della Risposta Autonoma dei Popoli al Summit dell’ONU sui Sistemi Alimentari hanno sottolineato le azioni urgenti e coordinate che sarebbero necessarie per superare le crisi alimentari mondiali, rispettare i diritti e rispondere alle richieste delle persone più colpite dalla fame e dalle crisi climatica e sanitaria.
Il mondo ha bisogno di sistemi alimentari in grado di promuovere la biodiversità, serve l’agroecologia per nutrire il pianeta e una strategia di produzione del cibo fondata su filiere corte e comunità agricole, le sole capaci di privilegiare la natura e l’interesse pubblico rispetto agli obiettivi puramente commerciali delle grandi multinazionali della chimica e del cibo. "Bisogna garantire i diritti dei popoli all'accesso e al controllo della terra e delle risorse produttive, e promuovere modelli di produzione agroecologica e le sementi contadine", ha dichiarato Ibrahima Coulibaly, Presidente della Rete delle Organizzazioni degli Agricoltori e dei Produttori Agricoli dell'Africa Occidentale (ROPPA).
“Il vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite non solo ha ignorato i nostri diritti e le cause strutturali delle crisi”, afferma Saúl Vicente dell'International Indian Treaty Council, “ma ha l'intenzione di favorire gli interessi aziendali e industriali sulla trasformazione dei sistemi alimentari”. Un vero cambiamento dei sistemi alimentari è possibile e necessario per le persone e il pianeta, anche perché risulta chiaro ormai che con le strategie attuali l’obiettivo di porre fine alla fame entro il 2030 non potrà essere raggiunto.
La crisi sistemica in corso è il prodotto di politiche fallimentari che hanno aumentato le dipendenze e dunque le disuguaglianze e che hanno gravemente compromesso e continuano a compromettere l'ambiente e la biodiversità, provocando ricadute che aggravano il debito globale e le crisi climatiche.
“Negli ultimi due decenni, in ogni parte del mondo le comunità hanno elaborato strategie concrete ed efficaci per affrontare le crisi climatiche e alimentari operando nel rispetto della diversità culturale, per la giustizia sociale e per i diritti umani e collettivi. Queste strategie includono la sovranità alimentare, l'agroecologia, la rivitalizzazione della biodiversità, i mercati territoriali e l'economia sociale e solidale", afferma Shalmali Guttal, del Focus on the Global South. “Le prove sono schiaccianti: le soluzioni dei piccoli produttori alimentari e dei popoli indigeni non solo nutrono il mondo, ma promuovono anche la giustizia economica, sociale e di genere, l'emancipazione dei giovani, i diritti dei lavoratori e la vera resilienza di fronte alle crisi. Perché i decisori politici non li ascoltano e non danno loro il giusto supporto?”
Il nuovo rapporto del Food First Information and Action Network - FIAN appena pubblicato, "Trasformazione dei sistemi alimentari - In quale direzione?" chiede con urgenza una profonda e radicale revisione dell'architettura globale della governance alimentare per garantire un processo decisionale che dia priorità al bene pubblico e al diritto umano al cibo. “Le comunità che si trovano in prima linea ad affrontare la crisi alimentare – afferma Raj Patel, IPES-Food – sono paradossalmente utilizzate dalle multinazionali come alibi per aumentare i loro profitti.
E’ una vera tragedia che i responsabili politici ai vertici del sistema alimentare mondiale ignorino le proposte dei movimenti sociali su come porre fine alla fame, molto più efficaci perché fondate sulle diverse realtà dei territori”. "Mentre aumenta la fame nel mondo, e si aggrava lo stato di crisi, è più urgente che mai che i governi e le Nazioni Unite ci ascoltino", afferma Perla Álvarez di La Vía Campesina. "Vi rivolgiamo un appello: cambiate rotta e sostenete le nostre richieste e i nostri sforzi per un futuro di sovranità alimentare basato sui diritti umani e sui principi di agroecologia, cura, giustizia, diversità, solidarietà e responsabilità."
Le organizzazioni che sottoscrivono questo comunicato, nel testimoniare il loro sostegno ai movimenti sociali e ai popoli indigeni che si oppongono al UNFSS+2, riaffermano il loro impegno per la giustizia e la sovranità alimentare e ribadiscono la piena disponibilità a lavorare in tutte le reti locali, nazionali e internazionali a sostegno dell’agricoltura contadina, dell’agroecologia e della tutela della biodiversità, per la giustizia climatica ed economica e sistemi alimentari solidali e responsabili.
Primi firmatari:
AOI – Associanzione ONG Italiane
Associazione Botteghe del Mondo
Cooperativa agricola Co.r.ag.gio
Fairwatch
GCAP Italia (Global Call for Action against Poverty) Coalizione italiana contro la povertà
FOCSVIV – Volontari nel Mondo
Link 2007
LVIA – Associazione Internazionale Volontari Laici
Reorient
SID - Society for International Development
Slow Food Italia
Slow Food Roma
Terra Nuova