Máxima Chaupe: la resistenza viene premiata

26 aprile 2016 - Riceviamo e pubblichiamo di seguito un articolo di Giovanni Ferma, attivista per i diritti umani e amico di Terra Nuova.

E' sempre difficile conciliare la gioia per la vittoria di un premio importante, con la triste storia che a quel traguardo ha condotto. Eppure il 19 aprile 2016 è un giorno di festa per Maxima Acuña de Chaupe, la contadina peruviana che sei anni fa si oppose in prima persona al progetto minerario Conga. Da quel lontano 2011 la sua vita è stata stravolta, posta sotto assedio da continui e beceri attacchi alla sua famiglia e alla sua umile casa, tra cui gli ultimi in ordine di tempo il 24 aprile.

Si è parlato di lei, piccola e tenace donna delle Ande, a livello internazionale (qui il reportage di Simona Carnino) ed è bello quest'oggi unirsi ai tanti comunicati che in queste ore si stanno moltiplicando, tradotti in tante lingue, seguendo i fili di una rete di supporto, allerta e sensibilizzazione che ha contribuito a tenere alta l'attenzione mediatica mondiale sulla sua storia.

Máxima ha ricevuto il premio Goldman, insieme ad altri 5 attivisti di tutto il mondo: il premio più importante per quanto riguarda la difesa dell'ambiente, una sorta di premio Nobel per la Madre Terra.

Máxima ha cominciato questo vero e proprio calvario nel 2011 quando si rifiutò di vendere la propria terra alla multinazionale che voleva costruirvi la miniera a cielo aperto più grande d'America Latina. Il suo terreno si trovava proprio nel cuore di quell'area, a due passi dalla Laguna Azul, uno dei bacini lacustri di questa zona delle Ande peruviane destinati ad essere desertificati dalle attività estrattive. Da allora si sono susseguiti gli attacchi a lei, alla sua famiglia, ai suoi animali ed alla sua casa. La compagnia mineraria è riuscita persino a imbastire un processo contro di lei per usurpazione aggravata del territorio di cui era la legittima proprietaria, come poi è stato sancito dalla Corte Penale di Cajamarca. Neanche quella sentenza aveva fermato le violenze che sono continuate con rinnovata forza e con l'aiuto della polizia nazionale.

Máxima e la sua famiglia in quella terra conducevano una vita povera ma dignitosa, ed è proprio la difesa di questo stile di vita semplice e in equilibrio con l'ambiente ad esser stato il motivo per cui la fondazione Goldman ha scelto la sua storia.

Certo, ci si domanda quanto questo premio possa costituire la parola vittoria di un'eroica battaglia o se la mancanza di vergogna della compagnia mineraria calpesterà con noncuranza anche il rispetto che un premio così importante impone.

E' importante segnalare che settimana scorsa – quando ormai si sapeva del premio - la compagnia mineraria Newmont ha abbandonato il progetto Conga, togliendolo dal suo documento annuale. E' una notizia che il movimento sociale cajamarquino ha ricevuto con gioia ma in questa battaglia siamo stati abituati a tristi colpi di scena e bisognerà tenere sempre alta l'attenzione.

Quanto questo premio ponga la lente d'ingrandimento su situazioni al limite lo mostra il fatto che l'anno scorso fosse stata Berta Cáceres a vincerlo, l'attivista honduregna uccisa solo pochi mesi fa da chi voleva bloccare il suo lavoro di difesa della natura contro una mega diga.

Sono in molti coloro i quali hanno compiuto l'accostamento tra le due donne dell'America Latina, disegnando una sorta di passaggio di testimone. Máxima è sempre stata cosciente che la lotta che sta portando avanti non sia soltanto sua, quanto piuttosto collegata a una moltitudine di lotte ambientali che fermentano in tutto il Continente. Anche in nome delle compagne e dei compagni uccisi in questi conflitti sociali e per la difesa della Madre Terra che nelle prossime settimane compirà un tour di sensibilizzazione che la porterà sino alla Casa Bianca.

A noi non resta che continuare a parlare di lei e di queste storie, traendo spunto e ispirazione da una donna così coraggiosa da aver sfidato e sconfitto Golia. Chi riceve questo premio viene spesso definito come eroe; in questo caso, pensando alla piccola statura di Máxima e alla gigante strafottenza dei rappresentanti della miniera è proprio il caso di dirlo: Máxima è stata eroica. (di Giovanni Ferma)